Quando si parla del Moretto, solitamente si pensa agli orecchini, il gioiello maggiormente indossato, rappresentante la testa di moro con il turbante bianco, ma lo troviamo ancora su spille, ciondoli e anelli.
Venezia ebbe influenza sulla creazione del Moretto visto che XVII e XVIII secolo era affascinata dall’Oriente. Si faceva uso di spezie, profumi, stoffe, vestiario e gioielli e i ricchi patrizi veneziani avevano pure al loro servizio paggi e servi negri che indossavano capi di vestiario orientali. Per tale motivo numerosi orafi veneziani si dedicarono alla lavorazione di spille, con testa negroide e turbante, il busto in oro, decorato con pietre preziose, chiamate “moretti”.
Nel contempo a Fiume nasceva una versione piu’ modesta del moretto veneziano. Per il suo aspetto specifico, la lavorazione perfetta e i prezzi modici, il moretto ben presto si colloca tra i gioielli tradizionalmente indossati dalle popolane, soprattutto dalle Fiumane.
Il moretto, benvoluto da tutti, diventa cosi’ il souvenir di Fiume.
Si raccontano due leggende sulla nascita di quest’insolito gioiello, dalla testa di moro con turbante bianco. La prima risale al XVI secolo e racconta cosi’ la nascita del moretto:
“I Turchi sono sulla piana di Grobnico. In citta’ regna il terrore, perche’ i Turchi non portano niente di buono, sanno solo saccheggiare e incendiare. Gia’ da tempo si hanno notizie sulle loro invasioni nei nostri dintorni, su sanguinose lotte intorno a Segna, a Perusic...Tutti gli uomini si trovano nella roccaforte. Stanno respingendo gli attacchi nemici, sono stremati e non hanno aiuti. Le donne e i bambini invece sono rinchiusi in casa e pregano per la salvezza affinche’ Dio gli aiuti. ‘Che le pietre cadano dal cielo per seppellire il male, e che noi restiamo vivi!’ Prosegui’ l’assedio...passarono giorni e giorni, quand’ecco una freccia scoccata dal nobile Zrinski e guidata dalla mano di Dio
colpire il pascia’ turco alla tempia. Vedendo il loro comandante morto, i Turchi si dispersero. Anche il cielo accolse le preghiere delle Fiumane, si apri’ e le pietre che caddero seppellirono i Turchi e sulla piana rimasero soltanto i loro turbanti bianchi. In ricordo di quella vittoria, i mariti fiumani fecero realizzare per le loro mogli gli orecchini-moretti.
Un’altra leggenda, quella di Peljesac (Sabbioncello) racconta di una contessa italiana che aveva una serva negra alla quale voleva molto bene. Le concesse la liberta’ e in suo ricordo fece fare gli orecchini con la sua immagine.
Nella seconda meta’ del XIX secolo Fiume, con i suoi noti morettisti e la loro arte, diventa il centro piu’ importante per la lavorazione di questo monile, e cosi’ ai “mori” (i moretti venivano chiamati in questo modo) viene aggiunto l’aggettivo “fiumani” come espressione di autoctonia.
Oltre agli orecchini dalla testa di moro con
turbante, venne realizzati anche anelli, spille e collane.
Con il rafforzamento degli scambi commerciali, il moretto raggiunse la Lika e addirittura la Bosnia, passando per Segna, mentre via mare arrivo’ a Spalato, Zara e sulle isole della Dalmazia settentrionale. A quell’epoca Paolo Scarpa e Agostino Gigante fondarono la ditta “Gigante &co”, la migliore oreficeria per la lavorazione dei gioielli-moretti e alla mostra mondiale di parigi del 1879 riscontrarono un notevole successo. In quest’oreficeria si perfezionarono noti morettisti come il Tominich, Rollandi e Carlo Venazi.
I Moretti veneziani sono gioielli della tradizione orafa veneziana, nati dalla sintesi di svariate suggestioni culturali.
Il nome e la foggia derivano dal termine moro, che all'epoca indicava i musulmani o, per estensione, i pirati saraceni. Le origini dei
gioielli rimandano infatti all'epoca in cui i Saraceni compivano razzie sulle coste dalmate.
Le popolazioni del litorale indossavano a mo' di amuleto - oppure donavano alle chiese come ex voto - degli orecchini d'oro e smalto bianco e nero. Questi gioielli arrivarono anche a Venezia, non per esorcizzare gli attacchi dal mare ma come rappresentazione dei pirati turchi sottomessi: in alcune rappresentazioni di Vittore Carpaccio sono infatti rappresentati come miti gondolieri con turbante e piume.
Con il consolidarsi del dominio della Serenissima sull'Adriatico, l'orecchino lasciò il posto a rappresentazioni dei moretti anche in fogge diversi e con altro significato. La fantasia degli orefici veneziani ha dato luogo ad infinite variazioni sul tema: busto e turbante sono diventati uno spazio scenico dove si rappresentano le migliori tecniche apprese dall'oreficeria locale con trafori, incisioni, filigrane, coralli; le teste o
i busti sono in ebano. Recentemente, trionfa il monocromatismo con perle, smeraldi o rubini.
I moretti continuano ad essere oggetto ambìto di un collezionismo d'elite, oltre ad essere stati apprezzati anche da personaggi importanti come Grace Kelly, Barbara Hutton, Ernest Hemingway, Arthur Rubinstein, Elton John, Liz Taylor...
Corriereconomia.Gioielli mitici / Il fascino intramontabile delle creazioni degli orafi di San Marco I moretti di Venezia L' arte della gioielleria veneziana racchiude da sempre dentro di se' il fascino immutabile dei richiami storici e leggendari che si susseguono nei delicati contorni di un gioiello che possa racchiudere tutta la magia di Venezia, citta' d' acqua e di terra: un simbolo emblematico e' la costante creazione nei secoli del gioiello "moretto veneziano", un prezioso oggetto creato dalle abili mani degli orafi veneziani che rievoca la
figura orientale del personaggio piu' volte ritratto nella pittura del Cinquecento nei dipinti di Vittore Carpaccio. Nel corso dei secoli il moretto piu' volte e' stato reinterpretato nelle ascendenze di stile barocco, sino alle piu' moderne rivisitazioni degli anni Cinquanta da quasi tutti i grandi gioiellieri del mondo spaziando in molteplici decorazioni. La sottile linea della rievocazione di un' evidente venezianita' , si materializza ancor oggi, oltre all' indiscusso "moretto", in altri preziosi che ripropongono attraverso un universo di spille, collane, fermagli, orecchini, bracciali in scala ridotta minuziosi ed eleganti oggetti che rappresentano la migliore tradizione orafa veneziana, quale oggetto souvenir che fa rivivere "architetture gotiche" cappelli da gondoliere in oro con inserzioni di brillanti, le conchiglie e le stelle di mare accanto ai bellissimi ippocampo porta - fortuna. Il moretto e' un piccolo capolavoro d' arte minore; seducente e irresistibile al tempo
stesso; con la testa avvolta da un turbante che intreccia smalti e pietre dure e preziose e' resistito finora a tutte le mode diventando cosi' un oggetto da collezionare visto la varieta' delle grandezze, i colori e gli accostamenti delle pietre preziose che esso contiene. Un grande classico della tradizione orafa veneziana e' il modello realizzato con brillanti, perle, coralli, rubini, con inserzioni a forma di fiore di pietre di zaffiro. Il materializzarsi di questa miniatura non potrebbe avvenire se si prescindesse dall' atmosfera che regna a Venezia, citta' che sa ancora unire lo straordinario intreccio fra arte e creativita' . Durante il Carnevale oltre che al gioiello moretto si indossano anche altri monili, come le spille "manina" in oro e brillanti e le "mascherine baute veneziane" completamente in oro bianco e giallo. Le gioiellerie piu' celebri che riproducono ancor oggi questi piccoli capolavori si trovano quasi tutte nel cuore di Venezia, nella piazza San
Marco e vicino all' Ala Napoleonica del Museo Correr. La famiglia Nardi, ad esempio, e' da tre generazioni attiva in citta' e crea gioielli come documenta un libretto che oltre a narrare la storia dell' azienda, parla anche dei personaggi celebri che hanno indossato molte delle loro creazioni: dalle attrici Liz Taylor a Grace Kelly, dallo scrittore Ernest Hemingway ad Arthur Rubinstein, ai reali di Grecia, sino a Elton John. "Siamo gioiellieri a tutto tondo secondo quel concetto piu' tradizionale che vede la figura del gioielliere che deve ricoprire molteplici ruoli: artista, artigiano, imprenditore, commerciante, conoscitore di gemme e metalli preziosi. Concetto questo di Nardi condiviso pienamente anche da Giovanni Nuvoletti Perdomini che di preziosi se ne intende e che ricorda in uno scritto per il libro di Nardi... "agli interrogativi degli ammiratori di quei delicati capolavori che sono superbi "moretti veneziani", "libellule", "scarabei" e "pidocchi"
ho sempre risposto li ha fatti Nardi!" Poco piu' in la' anche il negozio di Codognato propone "moretti" realizzati in pietre preziose accanto ad altri oggetti a firma Faberge' , Cartier o Tiffany. Da centocinquant' anni e' l' antica gioielleria Missiaglia con le sue splendide vetrine vicinissime al caffe' Quadri. Qui, accanto ai gioielli piu' sfavillanti e raffinati, ai moretti, agli orologi, alle perle spicca un curiosissimo oggetto che in questo contesto segnaliamo: un bellissimo "macina pepe" in argento a forma di carciofo che fa bella mostra di se' sulle piu' belle tavole del mondo, da quelle veneziane a quelle di Buckingham Palace, sino a quelle dei magnati dell' industria americana.